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EPR Tessile in Italia: cosa cambia per le aziende nel settore tessile e dell’abbigliamento?

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​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​Ultimo aggiornamento del 14.07​.2025 | Tempo di lettura ca. 4 minuti


L’industria tessile è tra le più impattanti dal punto di vista ambientale e sociale. Per ridurre i rifiuti e incentivare riuso ed ecoprogettazione, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato lo schema di decreto per l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i prodotti tessili. 


Quadro normativo in Italia ed Unione Europea

L’Italia si è mossa in anticipo rispetto alla scadenza europea del 2025, introducendo già dal 1° gennaio 2022 l’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Questo passo è stato reso possibile grazie al Decreto Legislativo n. 116/2020, che ha segnato una svolta nella gestione dei rifiuti in ambito nazionale, collocando il Paese tra i precursori nella regolamentazione di questo settore.

Nel frattempo, si sono intensificati anche gli sforzi per favorire il riciclo e il riuso dei materiali: nel dicembre 2022, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha lanciato una consultazione pubblica volta a definire i criteri tecnici per il riconoscimento del cosiddetto "end of waste" per i tessili, secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale n. 342/2022.

Anche a livello europeo si registrano importanti sviluppi. Il 19 febbraio 2025, Parlamento, Consiglio e Commissione hanno raggiunto un accordo politico sul testo modificato della Direttiva 2008/98/CE. Le modifiche includono l'introduzione obbligatoria di sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per il settore tessile in tutti gli Stati membri e una maggiore attenzione al riutilizzo e riciclo dei tessili, anche con obiettivi più precisi.

I singoli Stati avranno poi 18 mesi per attuare concretamente i sistemi previsti. Nel contesto italiano, i lavori per l’introduzione dell’EPR sono già in corso.

Lo scenario normativo si sta dunque rapidamente evolvendo e le aziende della filiera tessile – comprese quelle attive nella vendita online – saranno presto chiamate ad adeguarsi a nuovi obblighi in materia di raccolta, riuso, riciclo e informazione al consumatore. In questo contesto, farsi trovare pronti è essenziale.

A chi si rivolge 

Obbligati saranno i produttori che immettono per la prima volta prodotti tessili sul mercato nazionale, ma anche distributori (incluso e-commerce), operatori della gestione rifiuti, imprese sociali e organizzazioni collettive. Il produttore è definito in modo ampio e include anche chi vende mediante tecniche di comunicazione a distanza direttamente al consumatore o all’utente finale in Italia. Il distributore invece viene definito come la persona fisica o giuridica, che, operando nella catena di fornitura, rende disponibile sul mercato un prodotto tessile, nuovo o usato.  Queste definizioni non sono esclusive: un soggetto può essere contemporaneamente produttore/fabbricante (con tutti gli obblighi che ne derivano) e distributore (con eventuali ulteriori obblighi).

Obblighi principali dei produttori

Tra i principali obblighi previsti dall’attuale schema di decreto vi sono:
  • Finanziamento e gestione della raccolta, selezione, riciclo e riuso;
  • Versamento di un contributo ambientale proporzionato ai volumi;
  • Iscrizione al Registro nazionale EPR entro 120 giorni dalla pubblicazione del decreto;
  • Adozione di un sistema di gestione autorizzato (collettivo o individuale);
  • Redazione annuale di report e piani di prevenzione.

È inoltre previsto un organismo centrale di coordinamento (CORIT), incaricato di garantire l’equità del sistema a livello nazionale, monitorarne il funzionamento e raccogliere i dati rilevanti.

Lo schema di decreto introduce anche misure per promuovere l’ecoprogettazione, ovvero la progettazione dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita secondo criteri di sostenibilità. I produttori saranno tenuti a favorire il riuso e la riparazione dei prodotti tessili attraverso iniziative concrete, come la promozione del mercato second hand e campagne informative rivolte ai consumatori.

Infine, viene rafforzata la trasparenza: i produttori avranno l’obbligo di fornire informazioni chiare e facilmente accessibili sulla sostenibilità dei prodotti e sulle modalità corrette di conferimento dei rifiuti.

Punti chiave previsto dal nuovo regime EPR tessile

  • Obblighi di rendicontazione annuale: Quali dati trasmettere e quando;
  • Iscrizione obbligatoria al Registro nazionale: Chi deve registrarsi e con quali tempistiche;
  • Adesione a un sistema autorizzato di gestione: Scelta tra sistema collettivo o individuale;
  • Strumenti digitali e semplificazioni per l’e-commerce: Piattaforme, interoperabilità e supporto digitale;
  • Coordinamento e supervisione centrale: Il ruolo del CORIT e delle autorità competenti).

E-commerce e controlli

Anche i produttori esteri che vendono online in Italia saranno soggetti agli stessi obblighi. Sono previste semplificazioni digitali e strumenti informatici condivisi con altri regimi EPR (RAEE, pile ecc.).
 

Sanzioni

Le violazioni saranno sanzionate secondo il D.Lgs. 152/2006, con pene amministrative e, in casi gravi, penali.

Agire per tempo

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato a inizio aprile 2025 lo schema di decreto che stabilisce il regime di EPR, mentre la consultazione pubblica si è chiusa il 5 maggio 2025. L’entrata in vigore definitiva è attesa inizio 2026.

Il regime EPR rappresenta un cambio di paradigma per il settore tessile. Chi si attiva in anticipo potrà trasformare un obbligo in un vantaggio competitivo, rispondendo alle crescenti aspettative di mercato in termini di sostenibilità e trasparenza.

Compliance EPR: evitare rischi, cogliere opportunità

Alla luce della complessità del nuovo sistema – che coinvolge profili regolatori, organizzativi, contrattuali e ambientali – è fondamentale avvalersi di un supporto specializzato per:
  • valutare correttamente l’applicabilità del regime EPR alla propria attività;
  • definire i modelli di gestione più adeguati;
  • curare l’iscrizione al Registro nazionale;
  • individuare i ruoli nei rapporti con terzi;
  • gestire gli adempimenti documentali e informativi.

Particolare cautela è inoltre richiesta quando le imprese intendono comunicare i propri sforzi in materia di sostenibilità: ciò è possibile, ma solo nel rispetto di criteri stringenti. In mancanza, si rischiano sanzioni pecuniarie, diffide e divieti pubblicitari.

Rödl & Partner affianca le imprese del settore tessile con un approccio integrato e interdisciplinare, offrendo assistenza su tutti gli aspetti giuridici del nuovo regime EPR e nella definizione di strategie di compliance sostenibili ed efficaci – dalla valutazione iniziale fino all’attuazione operativa e ai rapporti con enti e autorità competenti.​​​​

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Dr. Barbara Klaus

Avvocato, Attorney at law (Germania)

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