Utilizziamo cookie tecnici per personalizzare il sito web e offrire all’utente un servizio di maggior valore. Chiudendo il banner e continuando con la navigazione verranno installati nel Suo dispositivo i cookie tecnici necessari ai fini della navigazione nel Sito. L’installazione dei cookie tecnici non richiede alcun consenso da parte Sua. Ulteriori informazioni sono contenute nella nostra Cookie Policy.



Catene di approvvigionamento: in Germania obblighi di diligenza delle imprese

PrintMailRate-it

​Ultimo aggiornamento del 02.07.2021 | Tempo di lettura ca. 5 minuti


A lungo desiderata dai sindacati e dalle ONG - e temuta dalle aziende. Venerdì 11 giugno, il Bundestag ha approvato la controversa legge (Lieferkettengesetz) sugli obblighi di diligenza delle imprese nell’ambito delle catene di approvvigionamento. Tale legge è principalmente intesa a incoraggiare le aziende tedesche a monitorare il rispetto dei diritti umani e la protezione dell'ambiente lungo le loro catene di approvvigionamento. 

La Germania segue così l'esempio di altre legislazioni europee come la "Wet Zorgplicht Kinderarbeid" olandese o la "Loi de vigilance" francese e si adegua così allo standard riconosciuto a livello internazionale sulla responsabilità delle imprese per i rispetto dei diritti umani (Principi Guida delle Nazioni Unite).

Anche in Italia si fanno sempre più forti le voci a favore di una legge sulla catene di approvvigionamento. 

L'anno scorso, per esempio, la deputata del parlamento provinciale altoatesino Brigitte Fappa ha presentato una mozione per introdurre una legge sulle catene di approvvigionamento, soprattutto sullo sfondo delle condizioni spesso precarie nel campo della produzione tessile.

Attualmente, il decreto legislativo 231/01, che regola la responsabilità penale delle imprese, fornisce un importante strumento per far valere la responsabilità delle imprese per le violazioni dei diritti umani in Italia.

Esso prevede anche che le aziende possano, nell'ambito di un codice etico e di condotta, richiedere ai loro fornitori di rispettare determinati diritti umani. Tuttavia, il decreto non affronta specificamente la protezione dei diritti umani e menziona solo alcuni di essi, come la protezione contro la schiavitù, il traffico di esseri umani e il lavoro forzato.

In futuro ci si deve aspettare un'armonizzazione delle diverse disposizioni così come un obbligo generale per gli Stati membri dell'UE di introdurre "leggi sulla catene di approvvigionamento" nazionali, qualora la Commissione europea approvi la proposta legislativa che le è stata presentata dal Parlamento europeo o ne elabori una propria. Il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders, tuttavia, vuole inviare un segnale forte nel contesto della legislazione europea, in termini sia di ampiezza della catena di approvvigionamento che di numero di aziende interessate. Tuttavia, finché non verrà emessa una direttiva europea con requisiti più severi, la legge tedesca sulla catena di approvvigionamento verrà applicata con i seguenti contenuti:
  • Ambito di applicazione: azienda nazionale o straniera?

I nuovi obblighi recentemente introdotti interesseranno inizialmente le aziende con almeno 3.000 dipendenti a partire dal 01 gennaio 2023, e dal 01 gennaio 2024 anche le aziende con 1.000 dipendenti la cui sede principale, luogo principale di attività, sede amministrativa o sede legale sia in Germania. Una semplice attività commerciale di imprese straniere in Germania, viceversa, non fa scattare alcun obbligo ai sensi della legge sulle catene di approvvigionamento;
  • Obblighi di diligenza: fornitore diretto o indiretto?

A dire il vero, la differenziazione tra fornitore diretto e indiretto mette in discussione l'adeguatezza della legge, dal momento che le violazioni dei diritti umani si verificano sempre più spesso ai primi livelli della catena di approvvigionamento. Al tempo stesso essa rappresenta però anche un enorme sgravio per le aziende interessate, dal momento che alle stesse, con riguardo a fornitori indiretti, viene richiesto di attivarsi solo in presenza di un motivo certo. 

Gli obblighi diligenza, nel senso di obblighi di monitoraggio verso i fornitori indiretti, sorgono quindi solo se l'azienda viene a conoscenza di violazioni dei diritti umani. Per quanto riguarda i fornitori diretti, i compiti più importanti sono:
  • Dichiarazione di valore relativa alle misure preventive da implementare all'interno dei processi negoziali pertinenti per prevenire le violazioni e minimizzare i rischi;
  • Installazione di un sistema di compliance;
  • Conduzione di regolari analisi dei rischi;
  • Introduzione di una procedura interna di reclamo, possibilità di contestazione per le violazioni;
  • Documentazione sull'adempimento degli obblighi di diligenza e conservazione della stessa per sette anni;

Cosa significa la legge tedesca sulle catene di distribuzione per aziende italiane?

Sulla base di ciò, si può presumere che le aziende tedesche ora presteranno maggiore attenzione al rispetto dei diritti umani e degli standard ambientali da parte dei fornitori diretti e indiretti quando selezioneranno i loro partner commerciali nonché nel contesto delle relazioni commerciali in corso, e lo rivedranno su base regolare. 

Le aziende tedesche potrebbero usare vari strumenti nei confronti dei loro fornitori italiani per assicurare che gli standard ora richiesti siano rispettati. Concepibili sono:
  • garanzie contrattuali da parte dei fornitori sul rispetto di questi standard;
  • concessione di diritti di audit e risoluzione dei contratti in caso di violazioni degli standard concordati;
  • il trasferimento di obblighi ad altri fornitori della catena di approvvigionamento;
  • eventualmente sanzioni contrattuali.

In particolare, gli stretti legami tra l'industria automobilistica e tessile tedesca e italiana fanno temere possibili effetti della legge tedesca sulle imprese italiane. Una parte significativa dei produttori tedeschi si rifornisce di un gran numero di componenti di alta qualità dall'Italia. La maggior parte di questi sono parti speciali e accessori per motori, trasmissioni, frizioni e parti in fusione, metallo e plastica. 

Sebbene in Italia sia garantito un alto livello di protezione dei diritti umani, la legge sulle catene di approvvigionamento tedesca potrebbe portare alla necessità di un monitoraggio più intenso e di una raccolta di informazioni riguardanti i processi di fabbricazione e produzione a monte delle aziende italiane, le quali siano tenute dai partner commerciali tedeschi a rispettare i loro requisiti di CSR secondo la legge sulle catene di approvvigionamento tedesca.

dalla newsletter

contatti

Contact Person Picture

Svenja Bartels

Avvocato, Rechtsanwältin

Managing Partner Padova

+39 049 8046 911

Invia richiesta

Profilo

i nostri servizi

Skip Ribbon Commands
Skip to main content
Deutschland Weltweit Search Menu