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Test pratico di risanamento: vantaggi, limiti e visione strategica

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​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​Ultimo aggiornamento del 18.09.2025 | Tempo di lettura ca. 5 minuti


Il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento è uno strumento tecnico che consente di valutare la fattibilità di un piano di risanamento aziendale. Sebbene sia utile per garantire la solidità delle strategie di recupero, presenta vantaggi e svantaggi da considerare attentamente.

Il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento si è affermato negli ultimi anni come un'importante metodologia per valutare la fattibilità dei piani di risanamento aziendali, soprattutto in contesti di crisi. Questo strumento è finalizzato a verificare se le azioni proposte da un’impresa per uscire dalla crisi siano realmente perseguibili in un periodo di tempo ragionevole. Si tratta di un test che analizza vari aspetti, tra cui la situazione finanziaria, il piano industriale e le prospettive di mercato, al fine di determinare se il risanamento possa effettivamente realizzarsi.

Questo rivoluzionario strumento introdotto dall’art. 3, comma 2, del D.L. n. 118/2021 dal Ministero della Giustizia con lo scopo di fornire indicazioni all’imprenditore ed all’esperto su come debba essere condotto il tentativo di risanamento attraverso la composizione negoziata della crisi, come anticipato, presenta sia vantaggi che svantaggi. Tra i primi si annoverano:
  • oggettività e trasparenza: Una delle principali forze del test pratico è la sua capacità di fornire una valutazione oggettiva della situazione. Esso si basa su parametri quantitativi e qualitativi che riducono al minimo il rischio di valutazioni soggettive o influenzate da fattori esterni. Le decisioni relative al piano di risanamento risultano più trasparenti e possono essere giustificate con dati concreti, il che accresce la fiducia tra gli stakeholder;
  • verifica della fattibilità del piano di risanamento: Il test fornisce un'indicazione chiara sulla sostenibilità del piano di risanamento. Un piano che supera il test è considerato praticabile, riducendo così il rischio che un’impresa intraprenda azioni che non possano realmente portare a un miglioramento della propria situazione. Ciò consente di evitare inutili investimenti di tempo e risorse in strategie che potrebbero rivelarsi inefficaci;
  • maggiore fiducia da parte dei creditori e investitori: L’applicazione del test pratico​ genera un effetto positivo anche nei confronti dei creditori e degli investitori. Quando i creditori vedono che il piano di risanamento è supportato da una verifica oggettiva, sono più disposti a collaborare, ad esempio, rinegoziando i debiti o accettando altre forme di agevolazioni. Allo stesso modo, gli investitori sono più propensi a finanziare un'impresa che dimostra di avere un piano di recupero concreto e realizzabile;
  • prevenzione di rischi legali e giuridici: L’applicazione rigorosa di un test che dimostra la fattibilità di un piano di risanamento riduce notevolmente il rischio di azioni legali. In caso di contenziosi con creditori o altre parti interessate, un piano supportato dal test risulta essere una difesa solida contro possibili richieste di fallimento o di insolvenza.

Tra i secondi, invece, si ricomprendono:
  • rischio di rigidità e sovrastima della stabilità del piano: Sebbene il test sia progettato per essere oggettivo, potrebbe non considerare tutti gli aspetti dinamici e imprevedibili che possono influire sul risultato del piano di risanamento. Mercati in continuo cambiamento, nuove normative o eventi esterni imprevisti possono compromettere un piano che inizialmente sembrava ragionevolmente perseguibile. In altre parole, il test potrebbe dare una visione troppo rigida della situazione aziendale, non riuscendo a cogliere la complessità dei fattori esterni;
  • affidamento eccessivo sui risultati del test: Un altro rischio è quello dell'affidamento eccessivo sui risultati del test, che potrebbe indurre gli imprenditori e i creditori a ritenere che la riuscita del risanamento sia garantita, quando in realtà potrebbero esserci altri fattori non considerati che potrebbero compromettere il piano. La valutazione oggettiva proposta dal test non è infallibile e non può sostituirsi alla necessaria flessibilità nella gestione di situazioni aziendali in crisi;
  • limitata adattabilità a diverse situazioni aziendali: Ogni impresa ha caratteristiche uniche, e un test pratico che si basa su modelli standardizzati potrebbe non adattarsi adeguatamente a tutte le situazioni. Ad esempio, una start-up in fase di sviluppo potrebbe avere necessità di approcci diversi rispetto a una grande azienda con una struttura consolidata. L’adattamento del test alle specifiche necessità di ciascuna impresa potrebbe quindi risultare difficoltoso.

Conclusioni 

Il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento rappresenta uno strumento cruciale per valutare la solidità e la fattibilità di un piano di rilancio aziendale. La sua applicazione consente di introdurre elementi di oggettività e trasparenza nel processo di valutazione, rafforzando la credibilità del piano agli occhi degli stakeholder e degli organi di controllo. Tuttavia, è essenziale riconoscerne anche i limiti: la rigidità metodologica e il rischio di sovrastimare la tenuta del piano in scenari incerti possono ridurne l’efficacia se non contestualizzati correttamente. 

Per questo motivo, il test non deve essere considerato un esercizio meramente formale, ma va integrato in un’analisi più ampia, capace di cogliere le dinamiche evolutive del contesto economico e settoriale. Solo se accompagnato da una visione strategica e flessibile, il test può realmente supportare il processo di risanamento, contribuendo a una valutazione consapevole e sostenibile della continuità aziendale.​

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