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Il Tax Control Framework: le novità normative e operative

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​​​​​​​​​​​​​​​​Ultimo aggiornamento del 31.01.2025 | Tempo di lettura ca. 4 minuti​


Il Tax Control Framework (TCF), strumento centrale per il regime di adempimento collaborativo, è stato recentemente oggetto di rilevanti aggiornamenti normativi e operativi, definiti dalle linee guida dell’Agenzia delle Entrate. Tali disposizioni, contenute nel provvedimento n. 5320/2025 e integrate dai decreti legislativi n. 221/2023 e n. 108/2024, mirano a rendere più accessibile e standardizzata l’adozione del TCF, elemento essenziale per instaurare un rapporto di fiducia tra contribuenti e Amministrazione finanziaria.

Il regime di adempimento collaborativo, introdotto con il D.Lgs. 128/2015, ha come obiettivo principale la prevenzione dei rischi fiscali attraverso una gestione proattiva e trasparente da parte dei contribuenti. Il modello si basa sull’interlocuzione costante tra Fisco e impresa, al fine di garantire un’interpretazione condivisa delle norme fiscali prima della presentazione delle dichiarazioni.

Il regime in esame è riservato ai contribuenti che conseguono un volume d’affari e ricavi non inferiore a:
  1. Euro 750 milioni, fino al termine del 2025;
  2. Euro 500 milioni, a decorrere dal 2026;
  3. Euro 100 milioni, a decorrere dal 2028.

Oltre ai requisiti legati al volume d'affari, la normativa contempla anche ulteriori categorie di soggetti che possono accedere al regime, ovvero:
  • contribuenti che danno esecuzione alla risposta dell’Agenzia delle Entrate in merito a istanza di interpello su nuovi investimenti;
  • entità partecipanti a consolidati fiscali nazionali, se almeno un soggetto soddisfa i requisiti dimensionali e il gruppo dispone di un sistema TCF certificato;
  • entità partecipanti a Gruppi IVA, con opzione esercitata ai sensi della normativa vigente;
  • soggetti residenti e con PE in Italia con ricavi superiori a un miliardo di euro, che aderiscono al Progetto pilota.

Inoltre, possono accedere al regime anche soggetti appartenenti a gruppi con funzioni di indirizzo sul sistema di controllo fiscale (tramite “ingresso per trascinamento”), stabili organizzazioni di società non residenti che definiscono i debiti tributari con adesione, contribuenti che adottano un sistema TCF conforme all’art. 4 del D.Lgs. 128/2015 e professionisti indipendenti per le certificazioni previste.

Un aspetto innovativo introdotto con il D.Lgs. 108/2024 è l’obbligo di certificazione del TCF, affidato a professionisti indipendenti già dotati di competenze professionali specifiche iscritti all'albo degli avvocati o dei dottori commercialisti ed esperti contabili, al fine di garantire la conformità del sistema ai principi contabili e alle linee guida OCSE. A tal proposito, i requisiti dei professionisti abilitati, i relativi compiti e adempimenti sono stati disciplinati con il decreto del MEF 12.11.2024 n.212.

In Italia, i riferimenti OCSE sono stati recepiti nella normativa sul regime di adempimento collaborativo, articolando il TCF in quattro aree fondamentali:
  • Controllo dell'ambiente: insieme di regole e principi insieme a strategie fiscali formulate che servono da base per il sistema;
  • Governance del sistema: ruoli e responsabilità chiaramente definiti secondo il modello delle “tre linee di controllo”;
  • Processo di Tax Assesment: regole e procedure per identificare, misurare e controllare sia i rischi fiscali operativi che interpretativi;
  • Monitoraggio continuo: controlli periodici sull'adeguatezza e l'efficacia del TCF.

Questa struttura supporta un approccio proattivo e trasparente alla gestione del rischio fiscale aziendale.
 
L’adozione di un TCF certificato consente ai contribuenti di accedere ai benefici previsti dal regime di adempimento collaborativo, tra cui:
  • interpello preventivo abbreviato: risposta entro 45 giorni e interlocuzione rafforzata in caso di esito sfavorevole;
  • procedure semplificate per la regolarizzazione: ravvedimenti operosi con contraddittorio preventivo e termini ridotti;
  • disapplicazione sanzioni per rischi fiscali tempestivamente comunicati, se rispettate precise condizioni;
  • riduzione sanzioni: dimezzamento per rischi non significativi inclusi nella mappa dei risch;
  • esonero da garanzie su rimborsi di imposte dirette e indirette durante la permanenza nel regime;
  • interlocuzioni su annualità precedente entro 120 giorni dall’ammissione al regime;
  • non punibilità: per alcune fattispecie di reato fiscale, se soddisfatte specifiche condizioni;
  • riduzione termini di decadenza per l’attività di accertamento.

In conclusione, il Tax Control Framework rappresenta un elemento cardine per una gestione fiscale trasparente e proattiva, promuovendo un dialogo continuo tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. Le recenti riforme, insieme alla certificazione obbligatoria del TCF, rafforzano l’efficacia del sistema e offrono significativi vantaggi in termini di certezza normativa e riduzione dei rischi fiscali.

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