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Nuove soluzioni FinTech per la gestione del credito

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Intervista al Dott. Sisti – CEO e founder di MyCreditService. Il nuovo settore del FinTech ha messo a disposizione delle imprese innovative piattaforme digitali per la gestione del credito commerciale, che consentono il soddisfacimento dei bisogni tipicamente finanziari delle imprese con modalità più snelle e veloci rispetto al mondo offline.


Il trending di crescita delle società FinTech promotrici di dette piattaforme è estremamente rapido, se si considera che le stese hanno generato un volume d’affari intorno ai 400 milioni di euro sino a giugno 2019, superando così già il dato del 2018 fermo a 300 milioni di euro. Inevitabilmente però, con il successo sul mercato, nascono al contempo anche i primi dubbi sul reale valore aggiunto offerto dalle piattaforme digitali, nonché sugli eventuali rischi legali ed operativi che può nascondere il settore FinTech. 
Parliamone con il Dott. Sisti– CEO e founder di MyCreditService, società FinTech che ha realizzato e sta ora curando la messa online di un’innovativa piattaforma digitale per l’invoice management per le imprese.

1) Buongiorno Dott. Sisti. Ci può spiegare anzitutto la definizione MyCreditService quale sistema di invoice management, e in che modo può costituire un cambio di paradigma nella gestione del credito delle imprese? Invoice management significa fornire un servizio a 360° per la gestione del credito, unendo in particolare i servizi di valutazione del credito ad attività di trading sulla piattaforma digitale. Si tratta di un elemento indubbiamente innovativo rispetto al tradizionale ambiente bancario offline, posto che in esso i servizi menzionati rimangono normalmente distinti e vengono svolti dalle figure del credit manager e del responsabile finanziario senza che vi sia un dialogo fra di loro. La soluzione unitaria e globale di MyCreditService, che arriva ad includere anche il servizio di recupero del credito, viene quindi chiaramente a razionalizzare il processo di gestione del credito, oltre a rappresentare già di per sé un facilitatore per il miglior funzionamento del processo di gestione. L’attività di trading non può infatti che migliorare se si basa su un’attività di rating del credito accurata e in real time quale quella garantita da MyCreditService.

2) Quali sono gli strumenti innovativi che consentono a MyCreditService di fornire un rating accurato dei crediti che saranno poi oggetto dell’attività di trading sulla piattaforma digitale? MyCreditService lavora anzitutto su un’elevatissima quantità di informazioni di partenza. La contabilità integrale dell’impresa viene infatti estratta e storicizzata così da poter contare su “dati grezzi” completi. Le informazioni estratte vengano poi elaborate attraverso l’algoritmo di MyCreditService che restituisce un rating preciso e in real time in quanto sempre aggiornato in base all’andamento del circolante. Ancora, Il rating viene poi ulteriormente “raffinato” dalla Credit Agency Europea Modefinance, che interviene come parte attiva e indipendente nel processo di valutazione dei crediti applicando le proprie metodologie consolidate. MyCreditService, quindi, non si limita ad un semplice “pick & go” dei crediti sulla piattaforma digitale, ma offre invece agli investitori che operano sulla piattaforma un’analisi quanto più possibile accurata dei crediti, integrando l’analisi automatizzata dell’intelligenza artificiale con l’esperienza umana.  

3) Il mondo FinTech, a cui MyCreditService appartiene, sta rivoluzionando il modo in cui le imprese si approcciano al mondo finanziario. Qual è, secondo lei, il principale fattore disruptive del FinTech?
La vera novità del Fintech è di aver permesso anche alle PMI di accedere direttamente al mercato degli investitori istituzionali, che acquistano i crediti commerciali e forniscono capitale. In questo modo si è aperto il canale della finanza c.d. alternativa, complementare a quello del mondo bancario, che aumenta la disponibilità complessiva di capitale, agevola i flussi monetari, riduce l’utilizzo degli affidamenti e diminuisce la richiesta di garanzie. L’apertura al FinTech, inoltre, porta quale ovvia conseguenza una maggior snellimento dei processi di gestione finanziaria, venendo meno le lentezze burocratiche del mondo offline. 

4) L’utilizzo di piattaforme digitali, quale quella di MyCreditService, presenta d’altro canto dei rischi specifici per gli investitori e le imprese? Il mondo FinTech conosce oramai gli stessi rischi sistemici di cui soffre il mondo bancario offline. Mi riferisco in particolare ai rischi connessi a frodi, attacchi informatici e riciclaggio di denaro sporco. Fra questi, ritengo che il rischio di frode possa essere quello più accentuato nel mondo digitalizzato del FinTech. È indubbio infatti che, qualora la società FinTech privilegi la customer acquistion a scapito dell’analisi accurata del credito, possano crearsi spazi per manovre fraudolente attraverso schermi societari solo di facciata. Consapevole di ciò, per mitigare al massimo il rischio di frodi, MyCreditService ha scelto non solo di dotare l’algoritmo di MyCreditService dei più moderni rilevatori antifrode, ma anche di procedere all’”onboarding” dell’intera contabilità aziendale per arrivare a conoscere dall’interno lo stato dei crediti dell’impresa.

5) Il crescente sviluppo di piattaforme digitali, quali MyCreditService, pone interrogativi sempre più pressanti circa la loro disciplina giuridica. Crede che l’ecosistema normativo attuale sia sufficiente a tal fine, o invece sia auspicabile un intervento regolatorio ad hoc del legislatore italiano o europeo?
Attualmente il quadro regolamentare italiano non offre una disciplina specifica rispetto alle piattaforme digitali di gestione del credito. Ci si pone quindi svariati interrogativi a partire sin dalla forma giuridica più corretta da attribuire all’attività delle piattaforme digitali. Da questo punto di vista, sono sostanzialmente due le chiavi d’inquadramento oggigiorno più ricorrenti: la piattaforma che acquista e poi rivende direttamente i crediti viene ricondotta all’attività di intermediazione finanziaria, mentre invece la piattaforma che si limita a mettere in contatto seller e buyer viene assimilata all’attività del mediatore creditizio. Le peculiarità di funzionamento delle piattaforme digitale non sempre però rendono agevole l’inquadramento giuridico della piattaforma. Ad esempio, è certamente sostenibile che gli algoritmi che elaborano il rating vengano a svolgere anche attività di originazione, valutazione, collocamento e qualificazione del credito, con il risultato che la piattaforma digitale andrebbe ricondotta in ogni caso all’intermediazione finanziaria. Sussiste, come si vede, molto incertezza giuridica che costringe le imprese a elaborare diversi piani di business, a seconda dell’interpretazione che si affermerà nella prassi. Da questo punto di vista, può essere allora opportuno un intervento normativo ad hoc, purché lo stesso non soffochi il settore FinTech che, per quanto fiorente, è ancora agli inizi e lungi dall’aver espresso tutte le sue potenzialità.

6) Ultima domanda: il futuro del FinTech è destinato ad essere presidiato da un player in posizione monopolistica o quasi? Dobbiamo, cioè, prevedere l’affermarsi di una Amazon o Google nel settore FinTech? A mio parere, lo sviluppo di un player globale trova ancora un ostacolo insormontabile nel quadro frammentario e ancora specificatamente nazionale delle normative che regolano i servizi finanziari e bancari. Anche lo sforzo di omogeneizzazione normativo dell’UE risulta d’altro canto annacquato. E infatti è ancora lontano l’effettiva implementazione nella pratica del modello di open banking proposto dalla direttiva PSD2, che sarebbe utile alle società FinTech per accedere direttamente al conto corrente dell’impresa e facilitare così l’attività di rating. A prescindere dagli aspetti normativi, vorrei poi aggiungere che i bisogni finanziari ed economici/gestionali delle imprese sono e rimarranno inevitabilmente molto differenziati, dipendendo in primo luogo dalla loro “taglia” in termini di fatturato, oltre che dal rating dei crediti. Il settore del FinTech è quindi aperto e “democratico” verso lo sviluppo di nuovi players e schemi di servizi a favore delle imprese. 

Ringraziamo il Dott. Sisti per le spiegazioni fornite e ci auguriamo che le PMI, che stanno già approfittando dei vantaggi della digitalizzazione nel campo della promozione e della vendita online, possano scoprire anche le soluzioni offerte dal settore FinTech, quale quella proposta da MyCreditService, così da rendere più efficienti i propri processi di gestione del credito.
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