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La determinazione della posizione finanziaria netta nella valutazione d’azienda

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​Ultimo aggiornamento del 18.11.2020 | Tempo di lettura ca.3 minuti​

Obiettivo principale di ogni procedimento di valutazione d’azienda è quelli di arrivare a determinare la stima del valore del capitale economico (c.d. “equity value”) dell’azienda oggetto di valutazione. L’equity value di un’organizzazione è determinato come il valore complessivo del capitale investito o valore dell’impresa (c.d. “enterprise value”) al netto della posizione finanziaria netta (PFN) dell’azienda alla data di valutazione. 


Risulta quindi fondamentale, ai fini della valutazione d’azienda, la corretta determinazione della posizione finanziaria netta, la quale esprime l’ammontare dei debiti finanziari al netto delle attività che potrebbero essere liquidate ed utilizzate immediatamente per il rimborso, fornendo pertanto una misura dell’ammontare di debito per il quale non esiste un’immediata copertura.

In via generale, la posizione finanziaria netta è calcolata come totale dei debiti finanziari, sia a breve sia a lungo termine, al netto della cassa e delle attività finanziarie in portafoglio e facilmente liquidabili (i.e., c/c attivi, titoli negoziabili e crediti finanziari). Di conseguenza, le voci che andrebbero comprese nel calcolo della PFN dovrebbero essere le seguenti.

A. Cassa
B. Altre disponibilità liquide
C. Titoli detenuti per la negoziazione
D. Liquidità (A) + (B) + (C)
E. Crediti finanziari correnti
F. Debiti bancari correnti
G. Parte corrente dell’indebitamento non corrente
H. Altri debiti finanziari correnti
I. Indebitamento finanziario corrente (F) + (G) + (H)
J. Indebitamento finanziario corrente netto (I) – (E) – (D)
K. Debiti bancari non correnti
L. Obbligazioni emesse
M. Altri debiti non correnti
N. Indebitamento finanziario non corrente (K) + (L) + (M)
O. Indebitamento finanziario netto (J) + (N)

La determinazione della posizione finanziaria netta rappresenta però spesso un punto di criticità nei casi di valutazione d’azienda nel contesto di operazioni di M&A, stante che quanto sarà maggiore la PFN, tanto sarà minore l’equity value dell’azienda, e quindi il prezzo che dovrà essere corrisposto dall’acquirente nel caso di acquisizione aziendale. A tal proposito, le voci che potrebbero comportare le maggiori criticità in tema di rilevazione per il calcolo della posizione finanziaria netta – in quanto rappresentative di passività che non vengono esposte in bilancio, ovvero vengono esposte ma non come passività finanziarie – potrebbero riferirsi a:

  • passività derivanti da leasing finanziario, stante che il debito residuo verso la società di leasing (debito di natura finanziaria) non trova esposizione all’interno del bilancio redatto secondo Principi contabili italiani;
  • passività derivanti da anticipazioni di crediti al salvo buon fine, stante che l’anticipo dei crediti non ancora scaduti reso disponibile dall’istituto di credito (rappresentato in bilancio come estinzione del credito a fronte di incremento di liquidità) viene effettuato “salvo buon fine”, cioè con riserva di storno nel caso detti crediti risultino impagati, non rilevandosi in detti casi la passività finanziaria collegate (medesime considerazioni possono essere fatte con riferimento alle passività derivanti dalle cessioni di crediti pro-solvendo, qualora l’anticipazione non figuri in contabilità quale debito verso l’istituto di credito o il factor);
  • passività derivanti dall’inclusione o meno del trattamento di fine rapporto (Tfr), stante che, da un lato, detto debito trae origine dai dipendenti che sono necessari all’operatività dell’azienda e rappresenterebbe quindi una passività operativa, mentre dall’altro, la rivalutazione annuale del Tfr configurerebbe una “onerosità” riferita quindi ad una passività finanziaria; non essendovi una posizione univoca su detta inclusione o meno del Tfr nel calcolo della PFN, la questione viene normalmente affrontata già in sede negoziale;
  • passività derivanti da debiti commerciali scaduti, stante che, seppur passività di natura operativa, i debiti commerciali possono divenire passività finanziarie ove non fossero onorate a scadenza. 

In conclusione, il valutatore, in sede di determinazione della posizione finanziaria netta dell’azienda al fine di determinare l’equity value di quest’ultima, deve prestare particolare attenzione alla discrezionalità di determinazione che contraddistingue alcune particolari poste di bilancio, così da poter stimare correttamente il valore del capitale economico dell’azienda oggetto di valutazione.

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Stefano Damagino

Dottore Commercialista e Revisore legale

Associate Partner

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