Utilizziamo cookie tecnici per personalizzare il sito web e offrire all’utente un servizio di maggior valore. Chiudendo il banner e continuando con la navigazione verranno installati nel Suo dispositivo i cookie tecnici necessari ai fini della navigazione nel Sito. L’installazione dei cookie tecnici non richiede alcun consenso da parte Sua. Ulteriori informazioni sono contenute nella nostra Cookie Policy.



Il ruolo dei fattori ESG nella valutazione aziendale

PrintMailRate-it

​​​​​​​​​​​​​​​Ultimo aggiornamento del 2.12.2024 | Tempo di lettura ca. 5 minuti​


Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha recentemente pubblicato una guida operativa sull’influenza dei fattori ESG nella valutazione d’azienda. Sempre di più i fattori ESG risultano essere un elemento centrale a livello economico con effetti determinanti nella definizione delle traiettorie di sviluppo del business delle imprese. Infatti, gli investitori, potenziali ed effettivi, intravedono sempre più nell’approccio ESG uno strumento di riduzione del rischio che consente alle imprese di poter continuare ad essere competitive anche nel medio-lungo termine.

Il perseguimento degli obiettivi ESG da parte di un’impresa non implica particolari modifiche nell’approccio metodologico di valutazione di un’azienda, ma richiede un’attenta considerazione di fattori che prima non venivano pienamente apprezzati e che, invece, oggi devono essere opportunamente esaminati anche sulla base di un’appropriata informativa ESG.

Sulla base degli studi e delle ricerche più aggiornate, l’impatto dei fattori ESG sulla valutazione d’azienda può essere declinato in termini di:
  1. impatto sui flussi di cassa e sul fattore di crescita;
  2. impatto sul rischio sistematico;
  3. impatto sul costo del debito.

Impatto dei fattori ESG sui flussi di cassa e sul fattore di crescita​

L’integrazione, a livello aziendale, dei fattori ESG può generare benefici tangibili per un’azienda che si traducono in un miglioramento dei flussi di cassa e sul fattore di crescita (g).

I principali impatti si ravvisano in termini di crescita del fatturato, di riduzione dei costi, di efficienza operativa, di incremento nella produttività e di ottimizzazione degli investimenti. L’adozione di pratiche sostenibili, ad esempio, può indurre i consumatori a pagare un maggior prezzo (premium price) per l’acquisto di prodotti ecologici. Allo stesso tempo, l’uso di tecnologie a basso impatto ambientale contribuisce a una riduzione delle spese operative. Inoltre, un ambiente di lavoro dove i valori ESG sono enfatizzati e interiorizzati garantisce una migliore produttività, attirando e nel contempo mantenendo talenti.

Secondo uno studio condotto dall’International Valuation Standard Council (2021) il valore creato dai fattori ESG ha caratteristiche simili al ritorno degli investimenti realizzati in intangibles (beni immateriali), in termini di sedimentazione ossia di crescita cumulata.

L’implementazione di politiche ESG comporta spesso la necessità di realizzare investimenti iniziali di non poco conto, considerando poi che i benefici ritraibili potranno manifestarsi solo nel medio-lungo termine, richiedendo sempre un’attenta e meticolosa analisi dei rischi e una valutazione approfondita delle condizioni operative.

Impatto sul rischio sistematico​

La dottrina ha ampiamente analizzato l’influenza dei fattori ESG sul rischio sistematico che viene espresso con il fattore Beta parte del Capital Asset Pricing Model utilizzato per determinare il costo dell’equity (Ke).

Quello che si è osservato è che generalmente le imprese che adottano pratiche ESG sono più resilienti alle pressioni normative e ai cambiamenti esterni, poiché sono in grado di gestire meglio e con maggiore flessibilità i rischi non espressi in flussi finanziari quali ad esempio il rischio normativo, il rischio reputazionale, lo stesso rischio di transizione.

La ricerca di Kroll “ESG and Global Investor Returns Study” (2023) ha analizzato i rendimenti associati a portafogli ESG utilizzati per calcolare il rischio sistemico di un titolo, ossia il fattore Beta. Questa ricerca ha dimostrato come, nel complesso, le aziende con consolidate politiche di sostenibilità e con alti punteggi ESG hanno registrato rendimenti annui composti superiori rispetto ad aziende con punteggi minori, evidenziando altresì parametri di Beta espressivi di una minore volatilità di tali titoli rispetto al mercato.

Questa correlazione tra implementazione di politiche ESG, rendimenti e volatilità dei titoli delle aziende interessate è stata riscontrata nelle ricerche condotte in gran parte delle regioni geografiche e per la maggior parte dei settori, almeno per quanto riguarda il periodo di riferimento oggetto di analisi (2013-2021)
Un ulteriore aspetto interessante è la reazione asimmetrica del mercato alle informazioni ESG: cattive pratiche ESG tendono a generare una penalizzazione più significativa rispetto ai benefici che si ritraggono dall’implementazione di pratiche positive. Da ciò si ravvisa l’importanza acquisita sul mercato dalle politiche di sostenibilità e la maggiore attenzione che viene richiesta a livello aziendale al fine di prevenire eventi che possano compromettere la fiducia degli investitori.

Impatto sul costo del debito
Un ulteriore e non trascurabile aspetto su cui le buone pratiche ESG possono influire positivamente è relativo all’accesso al credito. Una migliore divulgazione delle pratiche ESG attuate a livello aziendale, attenuando in modo significativo l’asimmetria informativa, ha il potenziale di ridurre il costo del debito (Kd) di un’azienda, con la conseguenza di poter conseguire rating più favorevoli e una riduzione del rischio percepito dai finanziatori. 

Tra gli ulteriori benefici che si prevedono nell’ambito della disclosure ESG vi è sicuramente il rafforzamento dei rapporti con gli stakeholder finanziari che inevitabilmente si traduce in un migliore accesso al debito a tassi favorevoli per le imprese con migliori punteggi ESG.

Tuttavia, non sempre i benefici sperati vengono a concretizzarsi. In alcuni casi, i finanziatori ravvisano in tali iniziative dei costi non direttamente correlati al core business, applicando di conseguenza tassi più alti per compensare il rischio percepito. Questo fenomeno è sicuramente più comune nel caso delle PMI dove il sistema di reportistica ESG non risulta così strutturato.

Rilevanza dei fattori E, S e G​

Sebbene i tre pilastri ESG siano interconnessi, non hanno tutti lo stesso peso. La dimensione ambientale (E) ha un impatto più diretto sul valore economico, si pensi ad iniziative quali la decarbonizzazione o la riduzione dei rifiuti, che migliorano l’efficienza e riducono i costi operativi. La dimensione sociale (S) e quella di governance (G), pur avendo impatti meno immediati, sono comunque cruciali per la reputazione aziendale e per la gestione dei rischi. Ad esempio, una governance solida riduce il rischio di contenziosi o di inefficienze decisionali.

In tale contesto, risulta evidente come la valutazione d’azienda non potrà prescindere dalla considerazione dei fattori ESG e del loro impatto sul valore aziendale (in termini di flussi di cassa, tasso di crescita, fattore beta e/o costo del debito) sulla base di un’attenta analisi case-by-case.​​​

dalla newsletter

​​​​​Tax Newsletter​​​​​​

autore

Contact Person Picture

Paolo Zani

Dottore Commercialista e Revisore legale

Manager

+39 02 6328 841

Invia richiesta

Profilo

Contact Person Picture

Mirco Binazzi

Dottore Commercialista

Associate

+39 02 6328 841

Invia richiesta

Profilo

i nostri servizi

Skip Ribbon Commands
Skip to main content
Deutschland Weltweit Search Menu