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Stabili organizzazioni occulte: giurisprudenza UE e implicazioni fiscali

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​​​​​​​​​​​​​​Ultimo aggiornamento del 29.04.2025 | Tempo di lettura ca. 3 minuti​


La recente giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha portato alla luce importanti considerazioni sulle "stabili organizzazioni occulte" in ambito IVA e le possibili implicazioni per le imposte dirette. Questo articolo esplora le principali conclusioni della CGUE e le loro potenziali ricadute sul sistema fiscale italiano.


Nei rapporti commerciali infragruppo tra società residenti e consociate estere, può emergere l'esistenza di servizi resi che eccedono quanto contrattualmente convenuto. In tali casi, si può contestare l'esistenza di una stabile organizzazione occulta della consociata estera presso quella residente, estendendo l'accertamento fiscale alla società non residente con conseguenze anche penali.

In ambito IVA, la stabile organizzazione è definita dall'art. 11 del Regolamento di esecuzione 282/2011 come un'organizzazione con un grado sufficiente di permanenza e una struttura idonea a ricevere e utilizzare servizi per le proprie esigenze. Questo concetto si applica esclusivamente alla fornitura di servizi e non alla cessione di beni.

Nel caso Audient (C-533/22), la CGUE ha stabilito che una stabile organizzazione occulta esiste solo se le risorse della società controllata sono gestite dall'impresa estera "come se fossero proprie". Questo principio è stato ribadito in altri casi, come Cabot Plastics (C-333/20). L'elemento chiave è il controllo diretto delle risorse da parte della società estera.

Le conclusioni della CGUE in ambito IVA potrebbero essere applicabili anche alle imposte dirette. La definizione di stabile organizzazione in ambito imposte dirette è più ampia e include considerazioni economiche. Tuttavia, il principio del controllo diretto delle risorse potrebbe essere rilevante anche per le imposte dirette.

L'Agenzia delle Entrate italiana ha una posizione non perfettamente allineata con le conclusioni della CGUE. In alcune risposte, l'Agenzia ha affermato che il contributo della stabile organizzazione alla negoziazione dei contratti e alla definizione dei contenuti tecnici dei beni può qualificare un "intervento" nella cessione, con conseguente attrazione dell'operazione in capo alla stabile organizzazione.

L'Agenzia delle Entrate è influenzata da una logica improntata alla misurazione del reddito piuttosto che alla tassazione dell'operazione ai fini IVA. 

Ai fini dell'IVA conta semplicemente il tragitto della merce, mentre per le imposte dirette, il risultato generato da un'attività d'impresa complessa.​

Il controllo diretto delle risorse è un concetto che può trovare spazio anche nell'ambito delle imposte dirette. Sarebbe sorprendente riconoscere una stabile organizzazione in Italia sulla sola base del fatto di aver ricevuto servizi, dichiarati o anche non dichiarati da parte di un’altra società del gruppo, senza avere alcun controllo diretto sulle risorse con le quali detti servizi sono stati erogati. 

A parte il caso della cd. “stabile organizzazione personale” (tipico del caso delle società agenti di commercio o commissionari) nel qual caso il concetto di stabile organizzazione si sposta dal controllo delle risorse al controllo del soggetto giuridico, la giurisprudenza della CGUE sulle stabili organizzazioni occulte offre spunti significativi per una maggiore certezza del diritto sia in ambito IVA che nelle imposte dirette, contribuendo a delineare con maggiore chiarezza i confini delle responsabilità fiscali delle società multinazionali.​

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Giampiero Guarnerio

Dottore Commercialista e Revisore legale

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