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Il reddito delle società tra professionisti: reddito d'impresa o di lavoro autonomo?

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Aggiornamento del 29.11.2021 | Tempo di lettura ca. 2 minuti

Se il reddito delle Società tra Professionisti debba essere trattato come reddito d'impresa o da lavoro autonomo è una questione oggetto di numerose prese di posizione da parte dell'Agenzia delle Entrate, della dottrina e, recentemente, della Suprema Corte di Cassazione (sent. n. 7407 del 17 marzo 2021).


Secondo gli artt. 6 e 81 del T.U.I.R., il reddito delle società tra professionisti (da qui in avanti "STP") è tassato per competenza come reddito d'impresa per via del requisito soggettivo. Tuttavia, guardando all'oggetto dell'attività esclusivamente professionale, sarebbe applicabile l'art. 53 (tassazione per cassa). La prassi dell'Agenzia delle Entrate si è evoluta in modo consolidato dando prevalenza all'aspetto soggettivo.


Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato il quadro, ritenendo prevalente la lettura civilistica con riguardo all'attività esercitata in concreto, e concludendo che, in assenza di connotati imprenditoriali, il reddito vada tassato sulla base dell'art. 53. 


Ad una analisi approfondita non si può escludere che la soluzione proposta dalla Suprema Corte sia quella corretta, anche se le motivazioni andrebbero rinforzate e calate meglio nelle norme tributarie.


Occorrerebbe valutare se l'art. 53 prevale in ragione della sua maggiore specificità e se le STP sono effettivamente sovrapponibili alle società "commerciali" o sono una specie societaria distinta. Il contrasto giurisprudenziale è dietro l'angolo e quindi sarebbe opportuno un esplicito intervento del legislatore e, magari, consentire una libertà di scelta sul regime applicabile all'atto della costituzione.


Leggi l'articolo completo sulla rivista "Il Fisco" n. 44/2021 »


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Giampiero Guarnerio

Dottore Commercialista e Revisore legale

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