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Il Garante dice stop a Chat GPT in Italia

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​Ultimo aggiornamento del 20.04.2023 | Tempo di lettura ca. 3 minuti


In data 31 marzo 2023, il Garante Privacy ha ingiunto, con effetto immediato, nei confronti della società statunitense OpenAI L.L.C, la quale ha progettato e gestisce la piattaforma Chat GPT, la limitazione temporanea della menzionata piattaforma, con specifico riferimento al trattamento dei dati personali di tutti gli utenti localizzati nel territorio italiano.  

Tale piattaforma, particolarmente avanzata, persegue la specifica finalità di permettere agli utenti di interagire in modo agevole con GPT-3, il terzo modello di Generative Pretrained Transformer (GPT) di OpenAI rilasciato nell'anno 2020. 

Nel dettaglio, Chat GPT, basandosi su un sistema di intelligenza artificiale che utilizza il sistema di deep learning, è in grado di elaborare e creare materiale e documenti testuali analoghi a quelli umani e gestire ulteriori attività. 

Alla base del funzionamento di Chat GPT sussiste una tecnologia diretta alla elaborazione del linguaggio naturale, Natural Language Processing (NLP), che si focalizza sul come programmare i computer per creare e analizzare grandi quantità di dati in linguaggio naturale. 

Conseguentemente, tramite l'utilizzo di specifici algoritmi denominati "machine learning", la tecnologia NLP consente a Chat GPT di comprendere ogni sfumatura del linguaggio umano e di produrre, classificare e organizzare documenti.

In data 20 marzo 2023, l'Autorità Garante ha comunicato che Chat GPT è stata vittima di un data breach che ha implicato l'accesso alle "conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento".  

Successivamente alle prime indagini svolte dal Garante Privacy nei confronti di Chat GPT, sono emerse diverse carenze lato privacy, quali la mancata condivisione agli utenti ed ai soggetti interessati di una specifica informativa privacy e la raccolta e l'elaborazione, in quantità elevata, di dati personali allo scopo di alimentare gli algoritmi che permettono il funzionamento della piattaforma in assenza di un'idonea base giuridica. 

In aggiunta, dalle verifiche poste in essere, è emerso che il trattamento di dati personali dei soggetti interessati risulta essere impreciso, poiché le informazioni fornite da Chat GPT spesso non corrispondono al dato reale. 

Infine, a differenza di quanto disposto nei termini e nelle condizioni pubblicati da OpenAI L.L.C, nonostante il servizio sia disponibile esclusivamente per utenti che abbiano compiuto 13 anni, non sono state assunte da parte della società strumenti e filtri diretti alla verifica dell'età.

Alla luce di quanto sopra, l'Autorità Garante ha accertato la violazione degli articoli 5, 6, 8, 13 e 25 del GDPR e ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati personali, ai sensi dell'art. 58, par. 2, lett. f), del GDPPR.

In data 4 aprile 2023, il Garante Privacy ha annunciato un incontro, in videoconferenza, con i rappresentanti della società OpenAI L.L.C. In data 6 e 7 aprile 2023, OpenAI L.L.C. ha ampiamente confermato al Garante la volontà di collaborare al fine di sanare le criticità rilevate a carico di ChatGPT. 

L'Autorità italiana acquisite le informazioni e la disponibilità di OpenAI L.L.C. ha evidenziato che, nonostante l'innovazione tecnologica rappresenti un elemento imprescindibile della nostra società civile, il rispetto dei diritti e delle libertà di tutti i soggetti europei costituisce un pilastro di fondamentale importanza, che non può venire meno.

Allo stato attuale, il Garante ha disposto che OpenAI L.L.C. avrà fino al 30 aprile 2023 per adempiere alle prescrizioni impostegli e, qualora venissero meno le ragioni di urgenza, l'Autorità si è resa disponibile nel sospendere la limitazione temporanea del trattamento dei dati ingiunta a Chat GPT. Conseguentemente, entro la data sopra menzionata, OpenAI L.L.C. sarà chiamata ad adottare una serie di misure concrete e correttive. 

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