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Ancora ritardi nell’implementazione del Registro dei Titolari Effettivi

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Ultimo aggiornamento del 08.02.2023 | Tempo di lettura ca. 5 minuti




A seguito della sentenza pubblicata dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, alla fine del 2022, l'implementazione del Registro dei Titolari Effettivi in Italia si rallenta ulteriormente.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza del 22 Novembre 2022 pronunciata nelle cause riunite C-37/20 (Luxembourg Business Registers) e C-601/20 (Sovim), ha dichiarato l’invalidità dell’art. 30, comma 5, della IV Direttiva Antiriciclaggio  con il quale erano stati individuati i soggetti abilitati ad accedere ai Registri dei Titolari Effettivi da attivarsi nei diversi Stati membri. 

Con il citato provvedimento, i giudici europei hanno evidenziato come tale norma – la cui portata è stata, tra l’altro, ampliata in occasione dell’entrata in vigore della V Direttiva Antiriciclaggio  – violi i diritti fondamentali al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati personali sanciti dagli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (“Carta europea”). 

Ad avviso della Corte, infatti, consentire ad un numero potenzialmente illimitato di persone di accedere ai dati sulla situazione materiale e finanziaria dei Titolari Effettivi di una società o di un altro ente, potrebbe esporli a notevoli rischi anche di carattere personale, considerando che, una volta pubblicate, le informazioni potrebbero essere liberamente consultate, conservate ma soprattutto diffuse senza la possibilità concreta di individuare l’autore di eventuali abusi. 

Di conseguenza, l’obiettivo di interesse generale della prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, per quanto di primaria importanza , non è stato ritenuto comunque idoneo a giustificare le gravi lesioni nei diritti fondamentali sanciti dagli articoli 7 e 8 della Carta europea. 

Di conseguenza, la sentenza della Corte di Giustizia ha comportato la temporanea disattivazione dei Registri dei Titolari Effettivi già operativi in diversi Stati membri (Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Olanda), alcuni dei quali sono però stati nuovamente riattivati.

È il caso della Francia, in cui l’accesso al Registro è tornato attivo dopo tre settimane di chiusura,  inizialmente con accesso consentito solo agli organi di stampa e alle organizzazioni della società civile che dimostreranno un legittimo interesse ad accedere al Registro e ormai di nuovo con accesso al pubblico. Infatti, la Francia ritiene legittimo l’interesse del pubblico di continuare ad accedere al Registro.

La Germania ha deciso che l’accesso al Registro sarà ancora possibile anche per il pubblico solo ove sussista un interesse legittimo. Pertanto, al momento della presentazione della richiesta, i cittadini dovranno motivare le ragioni che giustificano il loro accesso, dimostrando di essere titolari di un interesse legittimo a tal fine.
 
E in Italia a che punto siamo?

Allo Stato attuale, il Registro dei Titolari Effettivi in Italia non risulta ancora operativo.

Invero, nei mesi precedenti alla pubblicazione della sentenza della Corte di Giustizia, l’Italia aveva fatto notevoli passi avanti per l’implementazione di un proprio Registro. 

Il 9 giugno 2022 era entrato in vigore il Decreto Interministeriale n. 55 dell’11 marzo 2022 (il “Decreto Interministeriale”), recante “disposizioni in materia di comunicazione, accesso e consultazione dei dati e delle informazioni relativi alla titolarità effettiva di imprese dotate di personalità giuridica, di persone giuridiche private, di trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e di istituti giuridici affini al trust”, ed entro la fine dell’anno erano attesi gli ulteriori decreti che avrebbero finalmente reso operativo il Registro.

Il Decreto Interministeriale, però dava la possibilità al pubblico di accedere al Registro a richiesta e senza limitazioni, salvo l’eventuale indicazione da parte dei controinteressati di circostanze eccezionali, ai fini dell’esclusione dall’accesso alle informazioni sulla titolarità effettiva. Così, la pronuncia della Corte di Giustizia ha inevitabilmente comportato una battuta di arresto dell’iter normativo di attivazione del Registro.

Nel frattempo la Commissione europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2022)2150) a causa della non corretta applicazione della vigente Direttiva Antiriciclaggio per la mancata attivazione del Registro dei Titolari effettivi.

Sarà, dunque, necessario che si provveda quanto prima alla modifica del citato Decreto Interministeriale e all’emanazione degli ultimi decreti attuativi per rendere operativo il Registro e, auspicabilmente, porre le limitazioni al suo accesso in conformità alla sentenza della Corte. 

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