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Intelligenza Artificiale: quali gli impatti e le opportunità nei vari settori industriali?

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​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​Ultimo aggiornamento del 21.10.2024 | Tempo di lettura ca. 5 minuti


L'impatto dell'Intelligenza Artificiale (“IA”) si sta avvertendo già in diversi settori: dalla semplificazione dei processi produttivi alla rivoluzione delle strategie di marketing. L'innovazione alimentata dall’IA rappresenta sicuramente un vantaggio competitivo per le imprese, tuttavia non è esente da rischi, che devono essere attentamente valutati sotto diversi profili disciplinari per non incorrere in gravi sanzioni.

È ormai sempre più evidente che l’IA sta trasformando tutti i settori industriali chiave e, allo stesso tempo, i suoi effetti stanno emergendo anche nel settore legale comportando importanti novità e contaminazioni in numerose discipline giuridiche quali, ad esempio, la Protezione dei Dati Personali e il Diritto del Lavoro, senza contare i risvolti in tema di Proprietà intellettuale, Responsabilità Civile e da Prodotto. Senza menzionare i profili in tema di Compliance 231 e di Responsabilità Penale.

Analizzando più nel dettaglio gli impatti dell’IA (e dell’AI Act in vigore dall’1.08.2024) sulle discipline menzionate sopra, può osservarsi come, unitamente all’insorgere di taluni rischi derivanti dall’uso di sistemi IA (per cui occorre adottare strumenti di gestione degli stessi), emergono anche innumerevoli opportunità. 

Ad esempio, in ambito Data Protection, i sistemi e i modelli di IA - in particolare quelli basati sull'apprendimento automatico – che richiedono per il loro addestramento dati personali, debbono rispettare anzitutto gli obblighi previsti dal Regolamento Privacy Europeo (“GDPR”), tra cui quelli di trasparenza, finalità, data retention, sicurezza e privacy by design.
 
In tale ultimo contesto, opera in particolare l’obbligo di effettuare una valutazione d’impatto del trattamento dei dati personali rispetto ai diritti degli interessati (“DPIA”). A tale obbligo, si affiancano quelli previsti dall’AI Act, tra cui l’obbligo di effettuare una valutazione d’impatto del sistema AI sui diritti fondamentali (“FRIA”). Questi due adempimenti, intrecciandosi tra loro, sono necessari per garantire un uso responsabile e antropocentrico dell’IA.

Per quanto concerne invece il settore Labour & ESG, le opportunità e i punti di contatto sono altrettanto evidenti. L’IA può infatti costituire un supporto valido, rispettivamente per i datori di lavoro: i quali possono assumere decisioni immediate, standardizzate, prevedibili ed efficienti con una riduzione della discrezionalità soggettiva; che per gli stessi dipendenti: i quali possono accrescere considerevolmente la loro produttività, efficienza ed inclusività all’interno dell’organizzazione aziendale.

Tali opportunità non sono comunque immuni da rischi, quali ad esempio il controllo a distanza dei lavoratori e il rischio che vengano assunte decisioni esclusivamente automatizzate. Al fine di evitare ciò è necessario che i datori di lavoro valutino attentamente gli impatti IA sotto un profilo giuslavoristico, valutando la necessità di aggiornare le proprie policy e regolamenti aziendali e/o procedere secondo la procedura prevista dall’art. 4 Stat. Lav. per quei sistemi che possono comportare un controllo o monitoraggio a distanza dei dipendenti.

Similmente, nel settore della sustainability, sarà necessario introdurre processi e modelli organizzativi anche in ambito AI per conformare le attività aziendali alle pratiche ESG.

È inoltre importante segnalare gli importanti benefici dell’IA in ambito Energy, dal momento che l’IA potrebbe contribuire significativamente all’efficientamento energetico domestico ed industriale, assicurando dunque un maggiore risparmio dei consumi verso quindi una transizione ecologica a sostengo dell’ambiente.
Occorre invero evidenziare che, proprio nel settore delle c.d. “infrastrutture critiche”, i sistemi di IA utilizzati come componenti di sicurezza nella gestione e nella fornitura di acqua, gas, riscaldamento o elettricità, sono stati qualificati dall'AI Act come sistemi ad "alto rischio" in ragione degli impatti che l’utilizzo dell’IA potrebbe avere sulla società e gli individui. Proprio per questi motivi un loro utilizzo va analizzato attentamente sia nel rispetto delle norme vigenti in ambito energetico che con riferimento ai nuovi obblighi introdotti dall’AI Act per i sistemi ad alto rischio.

Come anticipato, il settore della Proprietà Intellettuale e del Fashion è certamente uno degli ambiti più impattati dallo sviluppo tecnologico e dagli obblighi previsti dalla normativa europea.
L’IA Generativa (“GenAI”), infatti, sta rivoluzionando il panorama della creazione di contenuti, consentendo di elaborare immagini, video e testi a partire da specifici prompt forniti dall’utente.
Sennonché è bene precisare che questa speciale tipologia di IA porta con sé alcuni rischi legati alla violazione del copyright dei contenuti utilizzati per addestrare il modello su cui si basa il sistema GenAI. Per questi motivi l’AI Act ha introdotto delle garanzie specifiche al fine di assicurare la trasparenza e la protezione delle opere protette da copyright in caso di sviluppo o utilizzo di soluzioni AI.

Tante sono le opportunità connesse allo sviluppo dell’IA, ma per alcune discipline, importanti sono le sfide.

Difatti, in ambito penale e di responsabilità ex d.lgs. 231/2001 i rischi connessi all’uso di sistemi di IA devono essere arginati, da un lato, mediante la prevenzione e poi la repressione dei reati commessi con l’ausilio dell’IA (e.g. frode informatica e furto d’identità), dall’altro, aggiornando i modelli organizzativi 231 facendo riferimento alla gestione dei rischi connessi all’introduzione dell’IA nei processi aziendali e / o nei beni e servizi offerti.

In aggiunta, le novità introdotte dall’AI Act appaiono ancor più evidenti sia in materia di responsabilità da prodotto difettoso e macchinari industriali, che nell’ambito di dispositivi medici.
Questo, ad esempio, nei casi in cui il sistema IA operi come componente di sicurezza e sia quindi soggetto a valutazione di conformità in virtù delle rispettive normative di settore. 

È infine utile ricordare che il Regolamento sull’IA non è la sola normativa rilevante nelle discipline sopracitate. L’AI Act deve necessariamente “armonizzarsi”, ad esempio, con il Regolamento Macchine (Reg. UE n. 2023/1230) e la Product liability Directive (proc. 2022/0302 (COD) testo aggiornato per includere i sistemi di IA, approvato dal Parlamento il 12 marzo 2024) allorché si tratti, rispettivamente, di macchinari industriali o prodotti difettosi.

Mentre, nell’ambito dei dispositivi medici, sarà necessario prestare particolare cura alle valutazioni di conformità che andranno ad intrecciarsi con la Medical Devices Regulation (Reg. UE n. 2017/745).

In conclusione, le opportunità offerte dall’AI (quantomeno nei settori citati) sono numerose ed esse vanno dall’efficientamento della produttività industriale al miglioramento dei servizi offerti. Tuttavia, proprio in considerazione del settore industriale in cui sarà applicata l’AI, vi potrebbero essere rischi ed impatti diversi certe volte addirittura interconnessi tra loro che dovranno essere mappati e valutati attentamente al fine di assicurare che il vantaggio competitivo offerto dall’AI non si trasformi solamente in un rischio (anche a livello sanzionatorio) per l’impresa e la sua organizzazione. ​​​​​

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