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Nessuna proroga dei termini di entrata in vigore della CSRD e degli obblighi di rendicontazione con gli standard EFRAG

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Ultimo aggiornamento del 30.01.2024 | Tempo di lettura ca. 4 minuti



È notizia di questi giorni che il Parlamento UE ha votato una proroga di due anni per l'adozione degli standard di rendicontazione ESRS per alcuni settori specifici.

La notizia è stata spesso riportata in modo scorretto o confusionario e ha ingenerato in molti l’erronea convinzione che sia stata posticipata l’entrata in vigore dei nuovi obblighi di rendicontazione di sostenibilità. È quindi opportuno fare chiarezza e sgombrare il campo da tale equivoco, che può essere foriero di gravi rischi di compliance per le imprese.

"Ritarderemo di due anni la scadenza per gli standard specifici di settore ai sensi della direttiva sulla rendicontazione sulla sostenibilità aziendale (CSRD) per dare all'EFRAG il tempo di sviluppare standard di qualità e dare alle aziende il tempo di metterle in pratica", ha dichiarato il relatore Axel Voss.

È dunque unicamente la scadenza per l’adozione degli standard settoriali specifici ad essere stata prorogata. Ciò non significa affatto che vi sia stata una proroga relativa all’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione conformemente alla CSRD. Ma andiamo per ordine.

CSRD

La CSRD, come noto introduce, su base graduale, nuove norme di rendicontazione della sostenibilità per decine di migliaia di aziende in tutta l'UE e non solo.

La CSRD è integrata dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), sviluppati dall’EFRAG su incarico della Commissione Europea, che contengono i dettagli dei requisiti di rendicontazione previsti dalla Direttiva.

Gli Standard ESRS a-settoriali (sector agnostic standard)

Nell'ambito della prima fase del suo mandato, l'EFRAG ha emesso degli ESRS a-settoriali, che si applicano a tutte le società che rientrano nell'ambito di applicazione della CSRD, indipendentemente dal settore o dai settori in cui la società opera. 

Gli ESRS a-settoriali sono stati formalmente adottati e sono entrati in vigore il 25 dicembre 2023, a seguito della pubblicazione in Gazzetta del Regolamento Delegato della Commissione Europea n. 2772 del 31 luglio 2023 e sono ora parte integrante delle norme della CSRD sulla rendicontazione di sostenibilità.

Questi ESRS contengono, tra l'altro:
  • requisiti generali (compresa una spiegazione del concetto di doppia materialità, della catena del valore e di come preparare e presentare le informazioni sulla sostenibilità);
  • informazioni generali (tra cui quelle relative a governance, strategia e impatto, gestione dei rischi e delle opportunità, metriche e obiettivi);
  • una serie di standard di rendicontazione sulle informazioni ambientali, relative a cambiamenti climatici, inquinamento, risorse idriche e marine, biodiversità ed ecosistemi, risorse ed economia circolare;
  • una serie di standard di rendicontazione sulle informazioni sociali, relative alla forza lavoro dell'organizzazione, ai lavoratori della catena del valore, alle comunità interessate, ai clienti e agli utenti finali; 
  • uno standard di reporting sulla governance, relativo alla condotta aziendale.
  • Standard settoriali (sector specific standard).

La CSRD prevede inoltre che vengano adottati standard di rendicontazione specifici per i seguenti settori:
  • petrolio e gas;
  • carbone, cave e miniere;
  • trasporto su strada;
  • agricoltura, allevamento e pesca;
  • veicoli a motore;
  • produzione di energia e servizi di pubblica utilità;
  • alimenti e bevande; 
  • tessili, accessori, calzature e gioielli.

Nel Programma di Lavoro per il 2024 (2024 Work Programme) la Commissione ha proposto di rinviare la scadenza per l'adozione degli standard settoriali dal 30 giugno 2024 al 30 giugno 2026, con l’obiettivo dichiarato di dare alle parti interessate l'opportunità di adattarsi ai nuovi requisiti di rendicontazione e per dare all'EFRAG la possibilità di sviluppare ESRS settoriali efficienti e proporzionati.

Ora, il 29 gennaio 2024 il Parlamento Europeo ha approvato la predetta Proposta della Commissione.

Se è vero che questa proroga possa dare un po' di respiro alle aziende dei settori interessati per i quali è indubbiamente più difficile migliorare le performance ESG, in particolare le emissioni e la gestione della catena di fornitura, l’assenza di standard di rendicontazione specifici per i settori può tradursi in un’ulteriore difficoltà, in quanto le imprese dovranno comunque rendicontare e lo dovranno fare senza il supporto di standard comuni e di linee guida specifiche per il proprio settore. Con ogni probabilità le imprese di tali settori continueranno a fare affidamento sugli standard di settore specifici esistenti e sinora internazionalmente riconosciuti come ad esempio i GRI, considerata altresì l’alta interoperabilità degli standard GRI con gli ESRS.

Conclusioni

Resta dunque immutata la tabella di marcia per l’adeguamento alle norme della CSRD e la loro progressiva entrata in vigore. Gli standard da utilizzare sono gli standard ESRS ad oggi esistenti e in vigore dal 25 dicembre 2023. In attesa dell’adozione di standard ESRS specifici per settori, occorrerà utilizzare gli standard ESRS a-specifici e ricorrere all’ausilio di altri standard internazionali per taluni settori specifici ove esistenti. In ogni caso la rendicontazione dovrà essere conforme ai dettati della CSRD.​

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