Contratto di distribuzione selettiva e divieto di commercializzazione online tramite marketplace di terzi

​Il contratto di distribuzione selettiva ha lo scopo di controllare che i distributori siano selezionati sulla base di criteri specifici e che questi ultimi rispettino determinate condizioni in modo da non danneggiare l’immagine e il prestigio dei prodotti del fornitore.

La Corte di Giustizia (sentenza “Coty Germany”, 6 dicembre 2017, C-230/16) ha affermato che una clausola contrattuale che vieta ai distributori autorizzati di un sistema di distribuzione selettiva di prodotti di lusso di servirsi in maniera riconoscibile di piattaforme terze per la vendita a mezzo Internet dei prodotti oggetto del contratto è valida qualora tale clausola sia diretta a salvaguardare l’immagine di lusso di detti prodotti.

Tali principi sono stati, di recente, fatti propri anche dal Tribunale di Milano che, con Ordinanza del 18 dicembre 2018, ha inibito a un rivenditore di prodotti cosmetici “di lusso, che aveva acquistato i prodotti originali da terzi e che offriva i cosmetici in questione sul proprio sito web e su un noto sito e-commerce internazionale, la commercializzazione dei prodotti medesimi e l’utilizzo del relativo marchio, “non operando nella specie il principio dell’esaurimento dei diritti del titolare del marchio a seguito della prima immissione in commercio” ed integrando tale condotta la violazione dei diritti di marchio di cui all’art. 20, lett. a), del Codice della Proprietà Industriale.