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Diritto antitrust e le norme sulle pratiche commerciali scorrette ai tempi del coronavirus

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Ultimo aggiornamento del 14.04.2020 | Tempo di lettura ca. 6 minuti​

Alla luce dell’emergenza sanitaria da COVID-19, la Commissione europea e anche le autorità nazionali competenti per la tutela della concorrenza, hanno intrapreso molteplici iniziative al fine di garantire una concorrenza leale e la protezione dei consumatori da pratiche commerciali scorrette. Ciò ha – in modo particolare - implicazioni per le imprese attive nel settore Life Sciences. 


A livello UE, la Commissione europea (DG Concorrenza), in coordinamento con European Competition Network (una rete di autorità europee della concorrenza), ha dedicato uno specifico sito web contenente una guida sull'applicazione del diritto della concorrenza nel contesto della pandemia di Covid 19. 

Lo scopo è quello di assistere le aziende, le associazioni e i loro consulenti legali nell’ambito di specifiche iniziative di cooperazione con una dimensione europea e di verificarne la compatibilità con il diritto comunitario della concorrenza. A tal fine, la Commissione ha istituito un indirizzo e-mail specifico (COMP-COVID-ANTITRUST@ec.europa.eu).

Inoltre, in data 8 aprile 2020, la Commissione ha pubblicato gli “Orientamenti sull'approvvigionamento ottimale e razionale di farmaci per evitare carenze durante la pandemia di Covid-19”, invitando gli Stati Membri a garantire ai cittadini l’accesso ai farmaci essenziali nella lotta al coronavirus e ad ottimizzarne la fornitura. In tale contesto, la Commissione assicura, tra l’altro, di assistere le aziende nel valutare, sotto il profilo giuridico, iniziative di cooperazione tra di loro, per coordinare le attività di produzione di medicinali. 

Al riguardo, la Commissione sottolinea che, nonostante le attuali circostanze eccezionali, tali cooperazioni devono, comunque, avvenire in un quadro giuridico conforme al diritto della concorrenza. In un quadro temporaneo per la valutazione delle questioni in materia di antitrust relative alla cooperazione tra imprese, volta a rispondere alle situazioni di emergenza causate dall'attuale pandemia (disponibile qui il documento completo), delinea alcuni criteri antitrust per valutare ex ante i possibili progetti di cooperazione tra imprese. 

Per quanto riguarda, invece, l’Italia, si nota che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha aumentato il controllo sulla commercializzazione dei prodotti la cui domanda è aumentata notevolmente in questo particolare momento, al fine di contrastare condotte sleali che sfruttano l’emergenza sanitaria, ponendo la propria attenzione su operatori attivi nel mercato dell’e-commerce. Al riguardo, si nota che l’AGCM basa i suoi interventi principalmente sul Codice del Consumo italiano, anziché ricorrere alla più complessa verifica sotto il profilo delle regole antitrust. Le misure finora intraprese mirano a garantire che i prodotti quali dispositivi medici, medicinali, disinfettanti, integratori alimentari e così via, siano commercializzati senza mettere in atto pratiche ingannevoli e aggressive, e in particolare senza trarre vantaggio dalla capacità alterata del consumatore di valutare l'acquisto a causa dell'allarme causato dalla pandemia di COVID-19. Ciò, chiaramente, richiede azioni rapide. Ed in effetti, oltre ad avviare i relativi procedimenti istruttori, l’AGCM ha adottato una serie di provvedimenti inibitori, al fine di interrompere immediatamente la diffusione delle suddette gravi condotte a danno dei consumatori. 

Tali interventi, comprendono, ad esempio:


Tutto ciò comporta che le aziende, soprattutto quelle attive nel settore Life Science, debbano vagliare con molta attenzione le varie azioni intraprese durante il COVID-19, soprattutto per comprendere e considerare il quadro legislativo e regolatorio applicabile ai propri prodotti e per verificare la conformità delle proprie condotte alle normative nazionali ed europee in materia di antitrust e pratiche commerciali scorrette. 

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Barbara Klaus

Avvocato, Rechtsanwältin

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